LA VITA DI JOY

     

 

 

 

 

 

Mi chiamo Suwan Radderm (Joy per gli amici) sono nata 33 anni fa' nella provincia di Kabinburi da genitori profughi laotiani, ero ancora nel grembo di mia madre Nang, quando mio padre e' morto in un incidente, e' stato investito mentre si recava dal barbiere a tagliarsi i capelli. questa e' stata la piu' grande mancanza della mia vita, non ho mai avuto un padre. successivamente mia madre si e' accompagnata con altri uomini, in ognuno di loro non ho mai riconosciuto il vero padre perche' mi trattavano molto male, ricordo solo la loro cattiveria verso di me che non ero loro figlia. infatti mia madre ebbe da loro altre due figlie, Hlot e l'altra Noy , entrambe concepite con uomini diversi.

La mia infanzia l'ho passata a fare la babysitter a queste due "sorelle" perche' mia madre e il suo uomo di turno si assentavano per lunghi periodi per andare a lavorare nella risaia e non ci volevano in famiglia, per questi motivi sono stata affidata prima al padre di mia madre poi a una  vicina di casa  per lunghi anni. Quando sono stata affidata  a mio nonno il padre di mia madre, per lunghi periodi ( lui viveva solo e mi voleva molto bene).

Ricordo un aneddoto: una mattina mi sono svegliata e stranamente mio nonno continuava a dormire, l'ho chiamato a mangiare ma lui non si alzava, io pensavo che dormisse, perche' il giorno prima aveva bevuto molto, arrivata la sera mi sono messa a dormire vicino a lui, ma la mattina seguente chiamandolo ancora senza ottenere nessuna risposta ho acceso una candela e l'ho avvicinata alla sua bocca per vedere se respirava, la fiamma non si muoveva, allora ho intuito che era morto. Non avevo mai visto prima di allora una persona morta e cosi' terrorizzata sono andata a chiamare aiuto in una casa distante 2 km dalla casa di mio nonno. Dopo questo evento ho abbandonato la scuola appena finita la sesta classe della scuola primaria, oggi mi sono iscritta ad un corso accelerato per la scuola secondaria e cosi' ho ottenuto il diploma.

Sono poi stata affidata a una vicina di casa a Kabinburi e dopo alcuni anni all'eta' di dodici anni volevo andare a lavorare, quando un giorno una donna del paese convinse la signora a cui ero affidata  a portarmi con lei a Prachinburi a lavorare in un ufficio, ma la bastarda mi porto' in un bordello e spari', ero stata rinchiusa in una stanza per i primi periodi e sorvegliata a vista da due ragazzi che lavoravano per il boss. Volevo scappare ma non ci riuscivo e piangevo tutti i giorni, un giorno mi rifiutai ad andare con un thai, il boss mi prese per i capelli e mi picchio' fino a farmi sanguinare la bocca, mia madre era all'oscuro di tutto, era contenta perche' le veniva recapitato del denaro frutto del mio lavoro e nel giro di un anno mi vide una sola volta, quando fui accompagnata a casa dal mio boss e terrorizzata perche' minacciata di morte, non mi fu possibile dirle la verita'. successivamente tramite un cliente, conoscente di mia cugina Noy, sono riuscita con un bigliettino a contattarla, lei un giorno arrivo' con altre quattro sue amiche e mentre due distraevano il boss, altre due i due ragazzi che ci dovevano controllare sono riuscita tramite una porta posteriore a scappare e a prendere un tuk-tuk riconquistando la liberta' negata per un anno, per questo ancora  oggi le sono riconoscente del gesto che ha fatto nei miei confronti.

A soli 16 anni mia madre mi obbligo' ad unirmi in matrimonio per soli 4,000 bath ( 200 mila lire) con un ragazzo del paese di 26 anni cui non volevo bene, qui in Thailandia nelle zone rurali usa cosi'. A 18 anni ho avuto il mio primo figlio di nome don, la vita allora era gia' un'inferno perche' lui non lavorava e costringeva me a farlo, infatti lavoravo nella risaia con mia madre e quando tornavo a casa alla sera stanca lui pretendeva i pochi soldi che guadagnavo per andare a bere con gli amici e a giocare al biliardo " pool ", quando tornava a casa ubriaco mi picchiava e mi violentava, finche' un giorno mi sono recata ad un posto di polizia per denunciarlo, ma dalla stessa polizia ho capito che una donna deve stare sottomessa al marito. Qualche tempo dopo sono scappata con mia cugina a Patong "Phuket" in cerca di avventura, alcune sere dopo siamo andate a mangiare in una delle tante bancarelle per strada a Patong, ma al solo odore del pollo cotto sulla brace ci sono venuti i conati di vomito, cosi' abbiamo pensato di essere incinte, il giorno dopo siamo andate in ospedale per fare gli esami e quando abbiamo saputo di essere entrambe incinte siamo tornate a casa. Io sono stata a casa fino a quando il mio secondo figlio di nome Jey aveva un anno, poi per i soliti motivi descritti prima sono ritornata a Patong con anche mia cugina.

Al primo impatto tutto era bello , ma un giorno ho iniziato a lavorare nei bar, avevo bisogno di soldi da spedire a mia madre per i miei figli perche' mio marito non lavorava, da allora tutto e' cambiato, ho incontrato molti uomini senza scrupoli soprattutto europei, ho venduto il mio corpo per pochi bath "moneta tailandese" ogni sera. dopo due anni stanca della vita che stavo facendo sono ritornata in famiglia, ma sono rimasta ancora incinta di mio marito, questo figlio mio marito non lo voleva, cosi' solo dopo un mese di gravidanza a forza di calci nella pancia mi ha fatto abortire. Disperata sono di nuovo scappata a Patong, ho ricominciato a lavorare nei bar per mantenere i miei due bambini affidati nel frattempo a mia madre, perche' mio marito era andato a vivere con un'altra donna. avevo bisogno di molti soldi, perche' anche la vita di Patong era molto cara, cosi' per farmi coraggio bevevo molti alcolici offertimi dai turisti e accettavo ogni tipo di avances, alcuni uomini usavano violenze di ogni tipo e non volevano mettere il preservativo, cosi' facendo mi sono ritrovata in un tunnel senza ritorno sono diventata sieropositiva.

Nei mesi successivi sono stata psicologicamente molto male, dormivo tutto il giorno e alla notte continuavo ad andare nei bar e qualche volta accettavo le proposte sessuali dei turisti, non ci credevo di essere sieropositiva infatti mi sono recata spesso in ospedale a fare dei nuovi esami del sangue con la speranza di trovarmi negativa al virus, ma invano. Mi sono confidata solo con mia cugina, perche' se il" boss" del bar ne' fosse venuto a conoscenza mi avrebbe cacciata e le mie amiche mi avrebbero abbandonata al mio destino. La vita era molto dura, il mio pensiero ricorreva spesso ai miei figli, guardavo sempre le poche fotografie che avevo di loro, mi mancavano tanto. I medici mi avevano consigliata di andarmene a casa, io pregavo tutti i giorni il Buddha che avevo nella mia stanza, ero disperata, avevo smesso anche di mangiare non avevo piu' voglia di vivere. Una sera ho incontrato un ragazzo italiano, pensavo al solito turista ma poi ho capito che era diverso dagli altri, anche lui cercava qualcuno con cui confidarsi, aveva avuto un matrimonio fallito con una ragazza tailandese solo dopo una settimana, cosi' anch'io mi sono aperta con lui, non e' stato facile ma ora sono contenta perche' lui mi ha capito e mi ha aiutata sia psicologicamente che economicamente.

Lui mi ha convinto ad lasciare Patong e insieme siamo andati a casa mia a Sakaeo, purtroppo la mia famiglia era numerosa, mia madre, il suo nuovo uomo (il sesto), si' nel frattempo si era accompagnata ad un altro ed aveva avuto un nuovo figlio di nome Ghet, mia "sorella" minore Noy, l'altra "sorella" Hlot sposata con un figlio  di nome Op e i miei due bambini. La casa era fatiscente di legno e lamiera e l'igiene mancava, il gabinetto era all'esterno, uno dei miei sogni era avere una casa nuova per me, per i miei figli e per mia "sorella" minore e grazie a lui dopo tre anni di lavoro il mio sogno si' e' avverato. Questo mi ha dato uno stimolo in piu' per continuare a vivere, finche' Buddha me lo permette. Riguardo alla mia malattia, qualche giorno sto' bene e altri no, l'anno scorso sono stata ricoverata d'urgenza e mi hanno operata, mi hanno tolto un'ovaia ora sto' meglio anche se alcune volte devo prendere degli antidolorifici, la sieroposivita' la curo recandomi in clinica per fare alcuni flebo quando mi sento stanca, e bevo il succo bollito del legno di origano ( consigliata da un amico). Nel mio paese ogni farmaco ufficiale per il trattamento della mia malattia e' a pagamento, finalmente da marzo 2004, quando avevo i CD4 = 28 sono entrata nella sperimentazione del Gpo-Vir, farmaco antivirale generico prodotto in Thailandia.

Il seguito della mia vita la  potete leggere qui

Ora il mio pensiero e' rivolto al futuro dei miei bambini, non ho mai chiesto aiuto a nessuno, ma presto moriro', aiutateli a continuare gli studi e a vivere una vita piu' dignitosa, non voglio che i miei bambini prendano la strada del carcere o della prostituzione minorile , vorrei solo che avessero una vita piu' serena della mia.

 

 

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